venerdì 29 aprile 2011

Divagando..

Ragionavo con me stessa sul presentarsi nella vita di periodi di staticità, routine, in cui tutto sembra andare bene, senza grandi aspettative nè preoccupazioni, e ti sembra di essere approdato nel fiume tranquillo e sicuro, a volte quasi stagnante, che è la tua vita. Poi un giorno, cominci a sentire che c'è qualcosa di diverso, che l'andamento sembra non essere poi così tanto lento, che la corrente è leggermente più forte, e inizia l'adrenalina. Qualcosa sta finalmente cambiando. Le acque si ingrossano, il rombo di una cascata si avvicina e si modifica anche l'aspetto della vegetazione intorno. E' attesa ed eccitazione allo stato puro. A questo punto, prima che il fiume pieghi definitivamente nel suo corso impetuoso, puoi scegliere: ti fermi, ti aggrappi disperatamente a qualche appiglio che la riva offre sempre, quasi sapesse delle tue paure, e ti àncori lì, stabilmente, con il dubbio e il rimorso che per sempre ti porterà a chiedere cosa c'è oltre la cascata e a sognare quello che avresti potuto ma non hai voluto; oppure ti metti al centro del letto del fiume, rilassato e fiducioso, sapendo che ciò che troverai sarà la cosa giusta per te, il tuo cammino di vita, e ti lasci portare, godendoti l'adrenalina e l'eccitazione che fortunatamente hai ritrovato. E alla fine ti guarderai indietro soddisfatto, sapendo che hai imparato a buttarti senza farti poi troppo male, a non sottostare alla paura, e sarai fiero di esserti guadagnato il tuo paradiso personale.


martedì 26 aprile 2011

Coprispalle

Qualche settimana fa stavo sfogliando il catalogo estivo di Brunello Cucinelli, ed ho avuto un colpo di fulmine con un coprispalle semplicissimo ma proprio carino in fettuccia di seta. L'ho guardato e riguardato ed ho deciso di provare a farmelo da sola. Ho cercato su internet ed ho trovato una fettuccia di cotone carinissima ad un ottimo prezzo su ebay. Detto, fatto. Comprata e ricevuta. Ora mi toccava solo farlo. Inutile dire che senza uno straccio di schema e senza toccare i ferri per una ventina d'anni, non è stata cosa facile. L'ho fatto e sfilato tre volte, ma alla fine sono soddisfatta. E' simile a come lo volevo. La prima foto, ovviamente, è quella del catalogo, le altre due sono del mio coprispalle.



venerdì 22 aprile 2011

Buona Pasqua

Non amando le frasi fatte, nè pensieri di altre persone, approfitto di questa giornata per fare a tutti voi i miei personalissimi auguri di Buona Pasqua, sperando possiate trovare nel vostro uovo una cosa difficile da trovare come un ago in un pagliaio... l'accoglienza, qualità che trovo strepitosa ma per la quale avvierei una grossa campagna del tipo.. 'qualità umana fondamentale in via d'estinzione'.
Qundi per voi tante braccia aperte che vi facciano sentire amati ma liberi e poi, tanta tanta felicità.

giovedì 14 aprile 2011

Shall we dance?

Ieri sera ho visto in tv, per l'ennesima volta, 'Shall we dance', una commedia carina sulla passione per il ballo e mi è venuta voglia di parlare un pò di me, che in questa passione ci sguazzo sin da bambina.
Mi ricordo che mia madre iscrisse sia me che mia sorella (più piccola e molto magra) alla migliore scuola di danza classica della mia città, con mio enorme piacere. Quando venne a colloquio dall'insegnante il quadro che le fu presentato fu il seguente: 'Sua figlia piccola ha il fisico adatto, sua figlia grande la passione per la danza.' E con queste parole aveva detto tutto. Chiaramente dopo un paio d'anni smisi ma continuai a ballare per altri lidi, altre musiche, ma con la medesima voglia. Ad un certo punto della mia vita, in seguito ad un cambiamento radicale di scelte di vita, incorrendo nell'errata teoria che ballare sia una cosa da ragazzini, decisi di smettere.
Lo stop è durato una decina d'anni, ma non è stato indolore.
Ora ho ripreso timidamente e l'ho fatto con un ballo di coppia, la salsa, che dà emozioni che sento molto vicine a me.
I balli di coppia non li avevo mai sperimentati bene e devo dire che allargano gli orizzonti.
La prima cosa da imparare, per una donna, è quella di affidarsi. Ciò vuol dire lasciarsi andare (cosa difficilissima) senza timore e lasciarsi portare con fiducia. Senza tale fiducia non c'è armonia nel ballo, ma una guerra di potere che non è proprio bella a vedersi. Stretttamente legata alla fiducia deve esserci la conoscenza dei propri ruoli. L'uomo deve sapere quello che vuole e trasmetterlo con chiarezza, la donna deve capire i comandi e assecondarli. Quindi segue l'esigenza di condividere, che siano gli spazi, l'obiettivo di una figura, il ritmo, il proprio corpo, che comunque in certe parti deve per forza toccare l'altro.  Si può solo immaginare la difficoltà che entrambi i partner possano incontrare nel far ciò. In tutto questo, giusto per complicare ancora un pò le cose, il partner cambia anche due/tre volte nel tempo di una canzone... quindi appena trovato uno pseudo-equilibrio... cambio!... e si ricomincia. Tale necessità di variazione di partner porta all'ultima importante lezione che è quella della capacità di adattamento. Senza questa gli orizzonti sarebbero molto limitati, facendo perdere le immense possibilità di emozioni che il ballo regala.
Detto così, sembrerebbe tutto difficoltà e niente gioia. Niente di più falso.
La salsa, ma vale per tutti i balli possibili, amplifica, trasforma, stupisce, emoziona in ogni modo possibile.
E il mondo che nasce con ogni partner, somma dei due universi che si fondono, invece di morire alla fine della musica, resta cristallizzato per sempre in un tempo tutto suo.
Una cosa è certa: quando la sera esci dalla scuola di ballo, sudata e stanca e con la musica che circola nelle vene al posto del sangue talmente vorticosamente da non farti dormire tutta la notte, il mondo ti sembra migliore.

lunedì 11 aprile 2011

Mia suocera beve

Fino a poco tempo fa stavo, in contemporanea, leggendo tre libri e lavorando a tre progetti.
Due dei tre libri li ho terminati e due dei tre progetti sono completati.
Quindi sono rimasti uno e uno?
No, perchè si è aggiunto un altro libro e un altro progettino....
Che ci posso fare se va a finire sempre che lavoro in multitasking?
Tutta questa premessa per arrivare a parlare di uno dei tre libri: 'Mia suocera beve' di Diego De Silva.
Più mi confronto con il mondo e più mi rendo conto di, adorare proprio, l'ironia.
E De Silva ne ha da vendere.
Mi piace il suo modo di scrivere pungente e divertente, con una buona dose di introspezione, che ti porta a leggere due o tre volte frasi, non per comprenderle meglio, ma per assaporarle, e soprattutto goderne, a lungo.
L'avvocato Malinconico (con un cognome azzeccatissimo ed esplicativo del personaggio) si presenta come un mediocre, un uomo con molte difficoltà a inserirsi in una relazione stabile (e qui devo dire che mi ricorda moltissimo l'avvocato Guerrieri creato da Carofiglio), con una forte inclinazione alla ...malinconia... e con una bassissima idea di se stesso. Ma, in barba a tutte queste premesse, si trasforma rapidamente, e suo malgrado, in un eroe, ironico, un pò filosofo, sensibile, divertente e intelligente.
Piacevole da leggere, con un retrogusto partenopeo che non guasta e che anzi diverte molto.

sabato 9 aprile 2011

Puzzle 2

Come promesso ho terminato il secondo puzzle (750pz in 2 gg. ) ed ho deposto le armi. La prossima onda del puzzle arriverà tra parecchio tempo, ne sono certa. :)
Eccolo

venerdì 8 aprile 2011

Puzzle

Mi è tornata la voglia di puzzle.... Come ho già raccontato più volte, i miei interessi hanno andamenti sinusoidali con a volte curve lunghissime. Quello dei puzzle è appunto uno di questi. Dopo non so quanti anni, mi è tornata la voglia di tesserine da piazzare ed ho tirato fuori i miei vecchi puzzle di Mordillo (di nuovi non ho il coraggio di comprarne). Il primo è finito ed è quello in foto. Ora inizio il secondo. Poi mi fermo :)

mercoledì 6 aprile 2011

Poncho primaverile

La Primavera ha di bello che non è mai scontata, si nasconde, si lascia desiderare, appare e riappare a suo piacimento e lascia sempre tanta tanta voglia di sè. Quindi, nell'attesa della sua entrata definitiva, per saziare il mio bisogno di caldo e di colori, ho creato un poncho di cotone, semplice, veloce, ma che ricorda fortemente la stagione agognata. Rosa, lilla, aragosta e verde mela... un quartetto delicatissimo.





domenica 3 aprile 2011

Sole

Abitare in una città come Napoli, purtroppo da un pò risulta quantomeno difficile, ma la cosa peggiore è che le difficoltà che ci troviamo quotidianamente ad affrontare portano a farle dimenticare quanto speciale sia in realtà. E basta un pò di sole e di tepore per riportare a galla il suo cuore.
Ieri sono uscita per portare il mio ometto a giocare un pò a pallone sperando di trovare qualche bambino disposto a divertirsi in compagnia sua. Per fortuna ho trovato tre ragazzini molto dolci che l'hanno accolto senza problemi. Mi sono seduta a guardarli e allargando lo sguardo ho ritrovato la mia città, da cui, nonostante tutto, è così difficile separarsi:
ho visto ragazzini col pallone fermarsi ogni volta che passava un carrozzino con bimbi piccoli (senza bisogno che nessun adulto li sollecitasse),
papà con prole al seguito cercare un percorso alternativo per non intralciare i ragazzini che giocavano (papà a loro volta ex giocatori),
coppie ultrassessantenni a braccetto come ragazzini,
signori che, nonostante i cumuli di immondizia nuovamente presenti nelle strade, buttavano diligentemente la carta nella carta, il vetro nel vetro e la plastica nella plastica, con la soddisfazione insita nel perseguire il giusto 'a prescindere',
coppie uomo/cane a passeggio nella loro grande amicizia,
e soprattutto sui volti di tutti ho visto la voglia di dare più che di prendere.
Peccato, veramente peccato, perchè Napoli sa essere veramente magica,
ed ha tanta tanta voglia di tornare ad esserlo.