giovedì 14 aprile 2011

Shall we dance?

Ieri sera ho visto in tv, per l'ennesima volta, 'Shall we dance', una commedia carina sulla passione per il ballo e mi è venuta voglia di parlare un pò di me, che in questa passione ci sguazzo sin da bambina.
Mi ricordo che mia madre iscrisse sia me che mia sorella (più piccola e molto magra) alla migliore scuola di danza classica della mia città, con mio enorme piacere. Quando venne a colloquio dall'insegnante il quadro che le fu presentato fu il seguente: 'Sua figlia piccola ha il fisico adatto, sua figlia grande la passione per la danza.' E con queste parole aveva detto tutto. Chiaramente dopo un paio d'anni smisi ma continuai a ballare per altri lidi, altre musiche, ma con la medesima voglia. Ad un certo punto della mia vita, in seguito ad un cambiamento radicale di scelte di vita, incorrendo nell'errata teoria che ballare sia una cosa da ragazzini, decisi di smettere.
Lo stop è durato una decina d'anni, ma non è stato indolore.
Ora ho ripreso timidamente e l'ho fatto con un ballo di coppia, la salsa, che dà emozioni che sento molto vicine a me.
I balli di coppia non li avevo mai sperimentati bene e devo dire che allargano gli orizzonti.
La prima cosa da imparare, per una donna, è quella di affidarsi. Ciò vuol dire lasciarsi andare (cosa difficilissima) senza timore e lasciarsi portare con fiducia. Senza tale fiducia non c'è armonia nel ballo, ma una guerra di potere che non è proprio bella a vedersi. Stretttamente legata alla fiducia deve esserci la conoscenza dei propri ruoli. L'uomo deve sapere quello che vuole e trasmetterlo con chiarezza, la donna deve capire i comandi e assecondarli. Quindi segue l'esigenza di condividere, che siano gli spazi, l'obiettivo di una figura, il ritmo, il proprio corpo, che comunque in certe parti deve per forza toccare l'altro.  Si può solo immaginare la difficoltà che entrambi i partner possano incontrare nel far ciò. In tutto questo, giusto per complicare ancora un pò le cose, il partner cambia anche due/tre volte nel tempo di una canzone... quindi appena trovato uno pseudo-equilibrio... cambio!... e si ricomincia. Tale necessità di variazione di partner porta all'ultima importante lezione che è quella della capacità di adattamento. Senza questa gli orizzonti sarebbero molto limitati, facendo perdere le immense possibilità di emozioni che il ballo regala.
Detto così, sembrerebbe tutto difficoltà e niente gioia. Niente di più falso.
La salsa, ma vale per tutti i balli possibili, amplifica, trasforma, stupisce, emoziona in ogni modo possibile.
E il mondo che nasce con ogni partner, somma dei due universi che si fondono, invece di morire alla fine della musica, resta cristallizzato per sempre in un tempo tutto suo.
Una cosa è certa: quando la sera esci dalla scuola di ballo, sudata e stanca e con la musica che circola nelle vene al posto del sangue talmente vorticosamente da non farti dormire tutta la notte, il mondo ti sembra migliore.

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