martedì 14 febbraio 2012

Next step... Easter!

S. Valentino è in corso, Carnevale proprio non lo riesco a considerare più di tanto, quindi per me la prossima festa, il prossimo step creativo è.. Pasqua. Solare, fiorita, colorata, unico neo.. troppo breve! Eh si, due giorni strimiziti che passano senza farsene accorgere... quindi... cominciamo ad addobbare casa e a goderci l'atmosfera. Chissà che anche il tempo non si adegui.
Di seguito qualche spunto carino trovato in rete che spero possa ispirarvi.











mercoledì 8 febbraio 2012

Il valzer lento delle tartarughe

L'ho finito.... parlo de 'Gli occhi gialli dei coccodrilli'.. bello bello bello. Una saga familiare profonda, coinvolgente, con personaggi delineati benissimo, a cui ci si affeziona tanto e da cui non è facile separarsi. Siccome era il libro del comodino, quello corposo, da leggere poco prima di addormentarmi, mi sono trovata più notti in compagnia dei suoi personaggi... Ieri l'ho finito ma subito ho avuto l'esigenza di proseguire in loro compagnia... e quindi.. via col secondo (sono 3 in tutto e tutti in fila).
Il valzer lento delle tartarughe è proprio il seguito del primo e, già dalle prime pagine, ugualmente avvincente.
Quello che mi piace della scrittura della Pancol è che dipinge, persone, animi, luoghi ed emozioni, con grande sapienza e profondità. Non si ha mai, mai, la sensazione di qualcosa di creato ex-novo.. è come se fossero nella sua vita e ce ne volesse rendere partecipi.

sabato 4 febbraio 2012

Pratiche applicazioni di un dilemma filosofico

Come avrete capito è il periodo in cui mi immergo nelle parole, in particolare in quelle scritte o da scrivere, che mi affascinano incredibilmente e di cui non mi stanco mai.. sono loro ogni tanto a stancarsi di me. Le trovo così belle e magiche da ritenerle la più alta rappresentazione delle potenzialità della mente umana.
Detto ciò non vi stupirete che stia leggendo tre libri alla volta e che è di nuovo di un libro che ho voglia di parlarvi.
Lui lo conoscete già, ve ne ho parlato altre volte, Alexander McCall Smith, e il libro è questo: Pratiche applicazioni di un dilemma filosofico. Piccolo, scorrevole, leggero e molto piacevole.
La serie non è quella che amo di più, quella delle detective del Botswana (la mia coperta di Linus, quella che riesce a scacciare pensieri molesti e patemi di vario genere), ma quella della filosofa Isabel Dalhousie, mente intrigante e acuta. Lei si definisce una 'intromettitrice', definizione simpatica per un personaggio che, per empatia e umanità, finisce sempre nell'intromettersi nelle vite altrui nel tentativo di risolvergli difficoltà e problemi. Ad avvolgere il piccolo giallo su cui Isabel si trova ad indagare, c'è uno spesso strato di ragionamenti filosofici e comportamenti umani analizzati con precisione e cura. E' forse proprio quest'aspetto filosofico/psicologico insieme alla semplicità, all'assenza di arzigogoli onnipresente nei testi di McCall Smith, a rendermi la sua lettura così piacevole e accattivante.

giovedì 2 febbraio 2012

Zia Antonia sapeva di menta

Andrea Vitali ha sfornato un altro libro degno di nota, leggero, fresco, e dal gradevole sapore di provincia. La sua penna, sempre molto delicata, traccia personaggi e atmosfere molto godibili. Stavolta è un giallo, da mandare giù tutto d'un fiato, che si dipana abilmente con un bel finale a sorpresa. L'odore di menta e di aglio sono quelli che restano impressi dopo essersi immersi in questo tranquillo paesino lacustre che, come ogni spaccato di società, contiene sia personalità semplici e lineari che duplici e meschine. Da leggere. 

mercoledì 1 febbraio 2012

Parole

Ci sono periodi, più o meno lunghi, in cui le parole sono capricciose, irrequiete, anarchiche e proprio non ne vogliono sapere di mettersi in fila e formare pensieri, da pensare o da scrivere, in cui sguazzare e fantasticare. Sono periodi in cui anche il solo tentativo di catturarne una è totalmente vano. E, sapendolo, neanche ci provo. Magari ne sento la mancanza, testo il loro livello di libertà, provo un riavvicinamento, ma poi le lascio andare serene, dirigendo l'attenzione sulle mani, che iniziano a produrre compulsivamente felici del loro momento di gloria.
Poi però tornano, le parole, e si riavvicinano; prima timidamente, un pò consapevoli del vuoto lasciato, poi allegramente e piene di impeto, rilasciando tutta l'energia accumulata nell'assenza. Ed è allora che inizia il divertimento: le metto in fila, provo e riprovo, costruisco e disfo, spesso estasiata di fronte alla loro crescita. E nascono racconti, poesie, pensieri da mettere su carta, da catturare prima che scappino di nuovo. E, anche se ogni volta una parte di me teme che possano non tornare più, che possano perdere la strada di casa, alla fine so che lasciarle andare via è il solo modo di possederle realmente.
Da qualche giorno le sento vicine, le inizio a respirare, e probabilmente qualcosa a breve nascerà.